La nostra storia

Dall’Apocalisse al Risorgimento

La nostra storia è molto articolata, infatti il popolo di San Leonardo ha vissuto una tragedia immane, lo scontro tra due grandi potenze in un breve tratto di terra e del fiume Moro. È sufficiente informare che sopra a un migliaio di soldati canadesi di giovane età – 20 anni – sono morti e oggi riposano al colle di San Donato di Ortona nel Cimitero Canadese. Tutto ciò per assicurare la nostra libertà al lato di tante sofferenze.

Il coro di San Leonardo in giro per il mondo

campanile san leonardo
Campanile della Chiesa di San Leonardo

Introduzione

L’Associazione Culturale San Leonardo è impegnata da diversi anni nella promozione di progetti culturali e sociali con il suo gruppo folkloristico per tutto il territorio regionale e nazionale. L’associazione senza scopo di lucro ha iniziato a partecipare a rassegne e scambi culturali con altre associazioni anche a livello internazionale (Calgary e St. Léonard in Francia), con lo scopo di divulgare le nostre tradizioni, la nostra cultura, far conoscere il nostro territorio, cercando di acquisire e rafforzare dei legami con nuove realtà associative.
La devozione verso San Leonardo ha spinto in pellegrinaggio, verso la sua città natale di St. Leonard-de-Noblat in Francia una delegazione del coro folkloristico della nostra associazione nei giorni dal 21 maggio al 24 maggio 2009 in occasione delle Ostensioni 2009 (manifestazione religiosa organizzata daH’Arciconfraternita di ST Léonard). Nella sua cattedrale sono custodite le reliquie del santo, la sua storia e la testimonianza dei miracoli di cui molti hanno beneficiato.
Il termine Ostensione viene dal latino ostendere, ostensum che significa mostrare. Nella liturgia cattolica indica la presentazione delle reliquie dei santi alla venerazione dei fedeli. Le Ostensioni si organizzano in questa città a ricordo del miracolo delle Ardents nel 1094 (meglio noto come il fuoco di S. Antonio). In quel periodo scoppiò una grande epidemia e quasi tutta la popolazione della regione ne rimase colpita. Dopo molte cure e tentativi per sconfiggerla, vista l’impotenza, gli abitanti si rivolsero a S. Leonardo portandolo in processione per le vie della città, dopo alcuni giorni la gente cominciò a guarire. A ricordo di questo miracolo, la popolazione ogni 7 anni organizza questo evento religioso, addobbano la città con tantissimi fiori multicolori e ricevendo con entusiasmo i visitatori e le delegazioni straniere che rappresentano le parrocchie e i luoghi di culto ove S. Leonardo è venerato (più di mille in Europa).
Il comitato ha organizzato una serie di attività culturali e religiose: mostre, visite guidate, sante messe per l’accoglienza dei pellegrini nella cattedrale e una grande processione per le vie della città mostrando le reliquie del Santo.
Sapevo quanto fosse venerato ma non immaginavo così tanto fervore e devozione. Vedere la partecipazione di tutti quei fedeli accorsi da molte parti d’Europa (Olanda, Belgio, Germania, Malta, Spagna, Italia ecc.) per pregare, partecipare alla grande processione e alla messa con il nostro dono sull’altare (una conca abruzzese con il dipinto del nostro paese realizzato dall’artista Primavera Piero), lascia increduli per la grande fama e devozione di cui gode il nostro Santo. Situazioni che trasmettono emozioni e gioia, sensazioni che ti toccano dentro e ti arricchiscono spiritualmente.
Conoscere tante persone, di città e culture diverse, venute a St Leonard-de-Noblat per venerare e pregare il loro Santo Protettore, è stata un’esperienza unica che rimarrà impressa nella mente di tutti noi fedeli devoti. A tal proposito l’associazione organizza come evento culturale per l’anno 2010 una RASSEGNA di Cori rivolta alle associazioni, ai gruppi e alle parrocchie che portano il nome di S. Leonardo.
S. Leonardo ricopre un ruolo assai rilevante nella devozione popolare e nel culto cristiano, essendo uno dei santi più popolari di tutta l’Europa centrale. I culti e i luoghi dedicati al Santo in Italia sono 225, in Europa circa 600. S. Leonardo è raffigurato da padre benedettino con il libro pastorale e la catena. È il patrono dei carcerati, dei fabbri, dei bottai, degli agricoltori, degli animali, dei servi e delle puerpere che lo invocano affinchè il parto vada a buon fine.
La Rassegna dei cori è un ‘occasione per radunare nel nostro piccolo paese le associazioni dedicate a S. Leonardo e può essere da stimolo ad altre associazioni per riproporre questa manifestazione corale nelle loro città; potendo inoltre ritrovarci alle prossime OSTENSIONI che si organizzano nella città di Saint-Leonard-de-No-blat in Francia dove sono custodite le reliquie del grande santo. Si vuole condividere con i cori la grande passione per la musica, il canto, la gioia di stare insieme e la grande devozione che ci accomuna per S. Leonardo. La Rassegna è un evento che lega la nostra comunità alle altre aventi le stesse radici, con usi, culture e tradizioni diverse e si pone come obbiettivo quello di creare un legame tra le associazioni, le parrocchie e i luoghi di culto dedicati a S. Leonardo. Dall’incontro dei rappresentanti delle corali di S. Leonardo, può iniziare uno scambio culturale e di fraternità che può diventare sempre più intenso, più forte e indissolubile nel tempo. E’ un momento di approfondimento, di conoscenza e consolidamento dell’amicizia tra le comunità, oltre che un’occasione di promozione culturale religiosa e turistica. In ognuno di noi deve esserci la gioia e il desiderio di accogliere nel migliore dei modi i gruppi ospiti, con la certezza della dimostrazione della nostra ospitalità, della condivisione e dell’accoglienza.
A nome dell’intera comunità porgo un caloroso benvenuto a tutti i componenti e famigliari dei cori di: Udine, Procida, Ischia e Livorno, augurando loro un lieto soggiorno nella nostra terra. Un saluto alle comunità di St Leonard-de-Noblat, Cerreto Guidi, Bronzolo, Kirkopp Malta , Santo Stefano di Magra (SP) e Badia di Bolzano che non hanno potuto essere presenti per motivi di indisponibilità interna.
Un ringraziamento va al nostro parroco, Don Gregorio, al prof. Franco Cercone, alla prof.ssa Emilia Polidoro, al sig. Carlo Ghinetti, a Maria larlori, a Padre Atilio, che hanno collaborato alla realizzazione di questo opuscolo.
Grazie anche agli amici, al direttivo, ai nostri soci, ai componenti del nostro coro folkloristico e della locale compagnia teatrale “La Picciunare” curata dall’associazione, che ogni anno mettono a disposizione il proprio tempo libero a servizio della comunità, riuscendo con il loro impegno ad organizzare manifestazioni teatrali e folkloristiche di tale spessore anche con poche risorse disponibili.

Presidente dell’Associazione
Culturale San Leonardo
Gilberto Bernardi

chiesa san leonardo
Chiesa di San Leonardo

San Leonard de Noblat

Padre Ermes Atilio Leon Aguirre In questa raccolta di notizie, raccontare la vita di San Leonardo Abate è doveroso, in quanto questo santo ha dato il nome alla nostra contrada, all’associazione culturale e alla grotta di San Leonardo. Perciò, la figura di San Leonardo verrà presentata come l’hanno appresa i nostri antenati e come essi l’hanno tramandata nel corso della nostra storia. Le notizie ricavate provengono da fonti orali, tramandate dai devoti del santo. La diffusione del culto di San Leonardo Abate è in tutta l’Italia meridionale e anche da noi. E’opera dei FRANCHI normanni di Francia dopo la loro conversione al cristianesimo. Un altro elemento favorevole alla diffusione del culto del nostro patrono è il ricorso fervoroso dei contadini a Lui, chiedendo la sua intercessione presso Dio, quando le stagioni sono inclementi e minacciano l’agricoltura mettendo in perico¬ lo il raccolto. Leonardo nacque tra il 491 ed 496 nel villaggio di Corry, nelle vicinanze di Aurelia-num, oggi, Orleans in Francia. I genitori erano dei Dignitari della corte di Francia. L’infanzia e la fanciullezza le trascorse tra i suoi cari, i quali gli impartirono un’educazione accurata, fondata su i sani principi di bontà umana e grandezza spirituale, affinché, diventasse un buon cittadino e un grande guerriero. Quindi, cresceva educato, rispettoso, studioso, docile, coraggioso, con timore di Dio, partecipando attivamente nella vita della chiesa del villaggio. La grazia di Dio che abitava in lui, pian piano lo trasformava verso la perfezione della vita cristiana e dopo un’attenta ‘riflessione decise di dedicarsi totalmente al servizio di Dio e del prossimo, specialmente dei più disprezzati e disgraziati di allora, cioè, i carcerati, predicando con le parole e le opere l’amore e la misericordia di Dio. Rifiutando così, le ricchezze, la carriera civile, politico -militare e anche ecclesiastica per accogliere la vita religiosa, monastica ed eremitica ritirandosi dall’agitazione di questo mondo nella ricerca di un luogo adatto per realizzare il suo grande ideale. Leonardo si diresse in Aquitania nella foresta di Pauvain ( oggi Limoges), dove presto si diffuse nei dintorni una voce, nella foresta di Pauvain, di un gruppo di persone

san sebastiano san leonardo e santa caterina
Dipinto del XV secolo con protagonisti San Sebastiano, San Leonardo e Santa Caterina

che pregano, lavorano, parlano di Dio, guidati da un eremita, che insegna edifica e fa anche miracoli e così, la sua fama si diffondeva per tutta la foresta.
Girando per l’Aquitania, fece guarire la moglie del re Clodoveo, proprietario della foresta, vittima di un diffìcilissimo e pericoloso parto, il quale per riconoscenza dona a Leonardo un pezzo di terra per stabilire lì la sua missione a cui Lui mise il nome di Nobiliacum, oggi, Noblat.

Il progetto del Signore, era che nella foresta dove Leonardo aveva messo la sua dimora, nascesse una comunità religiosa. Cacciatori, banditi, pellegrini e tutti uomini desiderosi di accogliere la vita cristiana si avvicinarono al santo eremita. Il suo insegnamento fatto di preghiere, lavoro e meditazione era un modello facile e sicuro per i monaci della comunità agricola nella conquista della quotidiana santità. La sua fama oramai, aveva rapidamente varcato i confini delle regioni vicine, da tutte le parti era un accorrere continuo alla foresta di Pauvain; lui accoglieva tutti i carcerati, i malati, gli afflitti, e tutti i poveri bisognosi. Il lavoro lo assegnava a tutti, per gli oziosi non doveva esserci posto presso la comunità. L’ozio era considerato come il peggiore dei mali, anzi, la causa di tutti i mali. Onestà, lavoro, carità, pietà, furono le leggi fondamentali sulle quali poggiava la collettività. Con il passare degli anni gli abitanti cominciarono a trasformare le capanne di frasche in case di muro fino a diventare un villaggio, creando una vera comunità cristiana che prese il nome del villaggio di Nobiliacum e che successivamente nel secolo XII fu chiamato in onore del santo fondatore” Sant Léonard de Noblat. Per Leonardo, ormai si avvicinava il gran giorno di consegnare la sua vita nelle mani del Signore ed i monaci chiedono a Lui la chiave per conquistare la santità. Rispose: “Amate Dio con tutto il cuore, con tutta la forza e con tutta la mente e amate il prossimo con lo stesso amore di Cristo Gesù, specialmente i più bisognosi, praticate la carità, fate del bene e avrete in ricompensa la vita eterna. Il villaggio, era ormai ben organizzato, ogni famiglia poteva vivere serenamente

Reliquiario di San Leonardo
Reliquiario di San Leonardo

con il terreno avuto in donazione. Tutti avevano il lavoro, la scuola creata vicino alla chiesa, le gratuitamente, medicine la distribuite giustizia era amministrata secondo le leggi vigenti della regione. Purtroppo aggravatesi le sue condizioni, ognuno sentiva di perdere la persona più cara e Leonardo sulla madre terra volse per l’ultima volta lo sguardo ai presenti, tracciò il segno della croce e si accasciò. Era il 6 novembre del anno 559.

Particolare della Pala di San Leonardo di Simon Vouet Chiesa di St. Merri -Parigi, 1647
Particolare della Pala di San Leonardo di Simon Vouet Chiesa di St. Merri – Parigi, 1647

San Leonardo e l’iconografia

La grande diffusione del culto di Leonardo, l’estensione del suo patronato a molte categorie di devoti (fabbri, carcerati, agricoltori, puerpere, ecc.) la dedicazione di moltissime chiese in ogni parte d’Europa hanno talmente arricchito l’iconografia del santo e resa gradita e familiare la sua immagine agli artisti di ogni epoca, che sarebbe assai difficile seguirne dettagliatamente gli sviluppi. Prevalentemente presentato in vesti monastiche, ora bianche ora scure, Leonardo appare qualche volta anche in aspetto di giovane diacono in dalmatica, oppure – caso non frequente – in paramenti vescovili. Gli attributi più comuni sono le catene o i ceppi dei prigionieri liberati, cui si aggiungono talvolta, il libro, la croce, una bandiera. Le scene più rappresentative dei cicli, e che si riferiscono agli episodi culminanti della vita e della leggenda, sono il battesimo ad opera di San Remigio, l’assistenza e il conforto prestati alla regina Clotilde, sposa di Clodoveo, nel diffìcile parto, la liberazione dei prigionieri, la fondazione di Nobiliacum. Cicli così composti sono frequentissimi nell’iconografia di ogni regione e ne abbiamo esempi illustri nella vetrata della cattedrale di Amiens (sec. XIII) negli affreschi di scuola Senese del sec. XIV a San Leonardo del Lago in Italia, della chiesa di San Domenico a Peretola, opera di Domenico di Michelino (sec.XV, anch’essi danneggiati), negli affreschi della cappella di San Leonardo a Landschlacth inTurgovia (a. 1432); nella predella di San Leonardo a Léua nel Brabante, opera di Arnoldo da Bruxelles (sec.XV) e infine nei mosaici del transetto di S. Marco a Venezia. Episodi isolati, come, ad esempio, la liberazione dei prigionieri e l’offerta delle catene al santo ritroviamo: nel portale della chiesa normanna di S.Leonardo di Siponto presso Foggia (sec. XI e XII) e in una miniatura delle Ore del Maresciallo di Boucicat (museo Jacquemart-André a Parigi sec. XIV) la fondazione di Nobiliacum nella predella della Chiesa di San Leonardo a Tamsweg (Austria) del XV sec. Per quanto riguarda le raffigurazioni isolate di Leonardo che hanno seguito l’irradiazione del culto ricorderemo, fra l’altro, quelle della Baviera e dell’Austria, dove talvolta Leonardo e annoverato tra i Santi “Intercessori”. Citeremo la Statua della

cattedrale di Wurzburg (sec.XIV), quella del portale della Chiesa di Than (Alto Reno; sec. XV), quella di Kundl nel Tiralo, quella dell’abbazia di Wilten presso Innsbruck, quella della Chiesa di San Leonardo a Regensburg in Baviera e ancora sempre nel secolo XV, il dipinto su tavola di Morzg in Austria, la predella di S. Jurgen a Wismar (in cui Leonardo appare in vesti vescovili) il quadro nel Museo di Schwerin. In Italia e in particolare nell’Italia meridionale testimoniano del culto, introdotto dai Normanni di Sicilia una serie di affreschi poco noti, in piccoli e grandi centri. Citeremo tra l’altro, l’affresco di S.Maria in Foro Claudio di Ventaroli, di scuola campana del XII sec. in cui Leonardo è contraddistinto col nome. L’affresco di scuola romana del XIII sec. nella cattedrale di Anagni nel Lazio, pure col nome; l’affresco della cripta di S. Croce in Andria (sec. XIV- XV); l’affresco di scuola abruzzese del XIV-XV sec. nella Chiesa di S.Pellegrino a Bominaco in Abruzzo; l’affresco di scuola meridionale del XV sec. in S.Caterina di Galatina; quello di scuola abruzzese del XV sec. nella cattedrale di Atri. Queste immagini corrispondono alla tradizione iconografica più seguita in Italia, quella di Leonardo in vesti di monaco. Risalendo nell’Italia centrale ritroviamo un affresco di scuola marchigiana del sec XV sec. Nella chiesa di S.Matteo in Arquata del Tronto e quello della Santa Casa di Loreto, di scuola marchigiana del sec. XIV in cui il santo appare con cappuccio e dalmatica rigata, tenendo una bandiera. Tra le più notevoli raffigurazioni italiane, comunque rimangono il medaglione a mosaico del XII sec. nella Cappella Platina di Palermo e il Bassorilievo veneto-bizantino in S.Marco di Venezia (sec.XII). Ancora all’arte italiana dobbiamo una notevole serie di immagini in cui Leonardo spesso compare accanto ad altri santi o alla Vergine, come nel dossale del sec. XIII, opera del “Maestro della Maddalena”, ora nella coll.Yarves di New York, in cui Leonardo sta a lato della Madonna con altri santi, presentando più l’aspetto di un vecchio eremita, barbuto che di un giovane monaco. Pure a lato della vergine con San Giorgio, Leonardo e’ rappresentato nell’affresco di Bicci di Lorenzo sulla Porta San Giorgio di Firenze (sec. XV). Nella coll. Abegg di Zurigo abbiamo ancora una immagine di

cattedrale di Wurzburg (sec.XIV), quella del portale della Chiesa di Than (Alto Reno; sec. XV), quella di Kundl nel Tiralo, quella dell’abbazia di Wilten presso Innsbruck, quella della Chiesa di San Leonardo a Regensburg in Baviera e ancora sempre nel secolo XV, il dipinto su tavola di Morzg in Austria, la predella di S. Jurgen a Wismar (in cui Leonardo appare in vesti vescovili) il quadro nel Museo di Schwerin. In Italia e in particolare nell’Italia meridionale testimoniano del culto, introdotto dai Normanni di Sicilia una serie di affreschi poco noti, in piccoli e grandi centri. Citeremo tra l’altro, l’affresco di S.Maria in Foro Claudio di Ventaroli, di scuola campana del XII sec. in cui Leonardo e’contraddistinto col nome. L’affresco di scuola romana del XIII sec. nella cattedrale di Anagni nel Lazio, pure col nome; l’affresco della cripta di S. Croce in Andria (sec. XIV- XV); l’affresco di scuola abruzzese del XIV-XV sec. nella Chiesa di S.Pellegrino a Bominaco in Abruzzo; l’affresco di scuola meridionale del XV sec. in S.Caterina di Galatina; quello di scuola abruzzese del XV sec. nella cattedrale di Atri. Queste immagini corrispondono alla tradizione iconografica più seguita in Italia, quella di Leonardo in vesti di monaco. Risalendo nell’Italia centrale ritroviamo un affresco di scuola marchigiana del sec XV sec. Nella chiesa di S.Matteo in Arquata del Tronto e quello della Santa Casa di Loreto, di scuola marchigiana del sec. XIV in cui il santo appare con cappuccio e dalmatica rigata, tenendo una bandiera. Tra le più notevoli raffigurazioni italiane, comunque rimangono il medaglione a mosaico del XII sec. nella Cappella Platina di Palermo e il Bassorilievo veneto-bizantino in S.Marco di Venezia (sec.XII). Ancora all’arte italiana dobbiamo una notevole serie di immagini in cui Leonardo spesso compare accanto ad altri santi o alla Vergine, come nel dossale del sec. XIII, opera del “Maestro della Maddalena”, ora nella coll.Yarves di New York, in cui Leonardo sta a lato della Madonna con altri santi, presentando più l’aspetto di un vecchio eremita, barbuto che di un giovane monaco. Pure a lato della vergine con San Giorgio, Leonardo e’rappresentato nell’affresco di Bicci di Lorenzo sulla Porta San Giorgio di Firenze (sec. XV). Nella coll. Abegg di Zurigo abbiamo ancora una immagine di

San Leonardo di Ortona

Cenni storici

Dolcemente adagiata su un pianoro a poca distanza da Ortona e sommersa tutto l’anno dal sole e dalla luce riflessa dal mare, Villa San Leonardo è stata sempre partecipe delle complesse vicende storiche di Ortona, toponimo – come sottolinea M. De Giovanni nella sua Storia linguistica della Provincia di Chieti – tuttora assai oscuro, anche se lascia intuire nella radice Ort il significato di “località posta in alto”o”luogo ben difendibile”. Il rinvenimento dei resti di una cisterna romana dentro l’area del Castello Aragonese, risalente ad un periodo che va, secondo A. Staffa, dal 1° secolo a.C. al 1° secolo d.C., ci dice che il tratto di costa ortonese ed il suo immediato entroterra è stato in passato fortemente antropizzato. Da Hortona la Via Flaminia adriatica proseguiva a sud e p er raggiungere Anxanum (Lanciano) passava per l’attuale territorio di San Leonardo.Tratti del basolato dell’an-tica via romana sono stati gui scoperti nel corso di ricognizione effettuate nel 1992 dalla Sovrintendenza Archeologica di Chieti, ma vanno ricordate anche le segnalazioni di Antonio De Nino fatte nel 1888 nelle Notizie degli scavi, periodico èdito come è noto dall’Accademia dei Lincei. Reperti archeologici rinvenuti nell’agro di San Leonardo ed in special modo nel luogo in cui era stato eretto l’antico Ponte di San Tommaso, indicano la presenza di un vicus di cui le fonti storiche non ci hanno tramandato il nome. È probabilmente fra il X e il XI secolo che il piccolo insediamento rurale assume la designazione di San Leonardo e conferma la sua importanza come punto intermedio lungo l’asse viario Ortona – Lanciano. In tale periodo sono molte infatti le località abruzzesi che assumono tale nome, soprattutto lungo itinerari difficoltosi ed impervi che si snodano talvolta in alta montagna come nel caso di Passo San Leonardo. Anche le grotte, dato che offrono un sicuro riparo, venivano dedicate al Santo francese, protettore dei viandanti, e G. Pansa nei l° volume dei suoi Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo (Sulmona 1924) ci parla in particolare delle Grotte di San Leonardo ricavate dal tufo e poste lungo la strada fra Vasto e Lanciano.

La straordinaria diffusione del toponimo San Leonardo in Italia ed in Europa si deve al fatto – come sottolinea Ft Arbillot nei suoi particolari studi sul nostro tema – che San Leonardo, abate di Noblac e vissuto forse nel VI secolo, fosse considerato prima di San Cristoforo protettore dei viandanti, specie dai pellegrini che nel corso dell’XI secolo si recavano in Terra Santa. Con questa differenza però, che mentre San Leonardo “accompagnava” i viandanti attraverso lunghe distanze, San Cristoforo assicurava il ritorno a casa specie ai contadini, che recandosi di mattina sui campi, riuscivano a posare gli occhi sulla sua immagine la quale, per tal motivo, veniva affrescata – come per esempio nella chiesa di Santa Maria a Guardiagrele ad opera di Andrea Delitio – in grandi proporzioni su una delle facciate esterne delle chiese. Secondo fonti agiografiche attendibili, San Leonardo apparteneva ad una nobile famiglia franca, al servizio del re Clodoveo I, e sarebbe stato battezzato addirittura da San Remigio , famoso vescovo di Reims. Dopo aver ottenuto dal re la scarcerazione di molti prigionieri ed aver liberato la regina dal pericolo di un diffìcile parto, San Leonardo si ritirò presso Limoges, dove fondò un monastero e compì numerosi e straordinari miracoli. Per tal motivo il cenobio divenne meta di continui pellegrinaggi, specie da parte delle donne incinte e di coloro che, assolti in processi o liberati dal carcere, vi portavano come ex voto le catene alle quali in prigione erano rimasti legati. E come”pro-tettore dei carcerati”egli venne rappresentato in seguito, anche nell’arte statuaria, con la mano che sorregge appunto una catena. Tuttavia, come si è detto, per aver aiutato la regina, moglie del re Clodoveo, in un diffìcile parto, San Leonardo diventò protettore anche delle donne in attesa di parto, “data la somiglianza delle viscere ad una catena”, dalla quale occorreva liberarsi. Nella bella chiesa parrocchiale di Villa San Leonardo la statua del Santo, di buona fattura stilistica, è rappresentata appunto con tale attributo, ma dei suoi antichi e particolari culti si è persa oggi ogni traccia e San Leonardo si è trasformato così in un semplice protettore dei laboriosi abitanti del villaggio. Nei tempi passati, quando non esistevano ospedali e la nascita dei bambini era affidata alle mani esperte delle levatrici, le mamme di Villa San Leonardo di Ortona

Leonardo devono aver rivolto non poche preci a San Leonardo, il cui patronato nei confronti delle donne in attesa di parto deve considerarsi tipico e primigenio. Ripristinare l’antica devozione da parte delle donne incinte ed attribuire alla chiesa di Villa San Leonardo anche la sacralità dei santuari, non sarebbe cosa vana cosicché in occasione della ricorrenza di San Leonardo, il 6 novembre, potremmo assistere a toccanti cerimonie religiose cui dovrebbero concorrere in particolar modo tutte le future madri delle numerose Ville vicine e dell’intero Contado. La fertilità del suolo e la vicinanza alla costa sono fattori che nel territorio di Villa San Leonardo hanno favorito un continuo rinnovo demico che porta, dopo la caduta dell’impero romano, alla costituzione di insediamenti bizantini in tutto l’entroterra ortonese fino verso l’agro di Crecchio. Come sottolinea efficacemente L. Pellegrini, il territorio teatino “fu per parecchi decenni conteso tra Longobardi e Bizantini. Nel 649, quando il vescovo di Ortona, Via-tore, sottoscrive i decreti del sinodo lateranense, la città (cioè Ortona) e il suo territorio si trovavano ancora in area di dominio bizantino”.Tale riflessione appare tanto più valida per Villa San Leonardo, nella quale a differenza di alcune “ville” finitime, non residuano tracce del culto di San Michele Arcangelo, diffuso dai Longobardi dopo la conversione della regina Teodolinda al Cattolicesimo .

Dalla cappella ducale dei Valignani a Parrocchia di San Leonardo

Il villaggio è già presente in tutti i documenti archivistici del

Sorse con poche casupole attorno al palazzo del duca Valignani che prese il nome della cappella ducale dedicata a San Leonardo. Il primo matrimonio registrato nella parrocchia di Caldari, e ancora leggibile, che riguarda San Leonardo, è del febbraio 1618 tra Pietro di Margarita è Bellardina di Domenico Gammaraccio, alias De Cettinaro, entrambi di San Leonardo. Il primo battezzato registrato, il 13 dicembre 162Ó e “Francesco De Ragusa, abitante alla villa di San Leonardo”. La cappella dedicata a San Leonardo fu ampliata nel 1750 per la cresciuta popolazione e munita di campanile nel 1859. I Valignani, una antica e nobile famiglia chietina, furono per tutto il 1700 uno dei punti di riferimento della cultura abruzzese. Nel 1720 Federico Valignani risiedette a palazzo Corvo di Ortona, fino all’età di 70 anni. I Valignani possedevano una enorme estensione di terra sia a Caldari che a San Leonardo, dove confinavano con “il vignale del duca di Vacri” l’attuale zona Marchese. Il problema del possesso delle terre da parte dei coloni dei due duchi doveva essere molto complesso se nel 1795 fu compiuto perfino un delitto. Il cadavere di Francesco Smellica venne ritrovato dalla moglie Caterina nel terreno coltivato a vigna di Filippo Brighella. I maggiori indiziati furono i due fratelli: Pietro e Sabatino Civitarese, ma dopo l’esame necroscopico del cadavere, tutta la pratica rimase sepolta tra le carte del ministero della giustizia. Nel 1839, il cappellano don Felicissimo Di Giacomo con altri capi famiglia chiede al comune di Ortona un primo eletto, cioè un sindaco il quale questi dovrebbe soprattutto controllare le strade pubbliche contro gli usurpatori di piccoli tratti. La risposta del intendente di Chieti è negativa perché gli abitanti di San Leonardo sono pochi, 173, e nessuno è in grado di ricoprire un incarico così importante. San Leonardo resta nella parrocchia di Caldari fino al 1884, quando viene inserita nella parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli di Ortona. Vi resterà fino al 1935. Infatti il 23 novembre 1935 diventerà autonoma. Il 3 aprile 1955, la campana di 872 chili viene sistemata sul campanile.

2° Festa della Canzone. San Leonardo, 26 settembre 1948
2° Festa della Canzone. San Leonardo, 26 settembre 1948

Il Coro Folkloristico di San Leonardo

1946: il ciclone della guerra ormai è passato. San Leonardo si presenta come un paese semidistrutto dalle azioni dei belligeranti dei soldati appostati per lunghi mesi nella strategica vallata del Moro situata in prossimità della linea Gustav Ortona-Cassino o sulle colline che la circondano. I superstiti hanno ancora sul volto i segni della sofferenza e del terrore; tornano coloro che la furia devastatrice aveva trascinato lontano e per tutti il primo pensiero è quello di provvedere al più presto alla ricostruzione delle abitazioni distrutte, e di dissodare le terre per tanto tempo rimaste incolte e che nascondono mine e proiettili inesplosi pronti ad arrecare nuovi lutti e a provocare altri danni. Sorretti dal coraggio della disperazione e dalla gioia di essere scampati all’immane tragedia, i sopravvissuti riprendono il consueto lavoro senza avvilirsi di fronte alle proporzioni immense dei danni e delle rovine: la produzione agricola che prima del passaggio del fronte era basata prevalentemente sulla coltivazione del grano, viene ora indirizzata verso quella più redditizia dell’uva pergolone. Verdi capanneti cominciano ad allargarsi a perdita d’occhio; i giovani non si lasciano più allettare, come era successo nel passato dal sogno o dal miraggio di crearsi una nuova esistenza oltreoceano, in terre lontane, ove il benessere raggiunto sarebbe stato amareggiato dai morsi di una struggente nostalgia; ora guardano con operosa tranquillità ad una vita semplice e serena nel loro paese. È in questo clima che nei giovani si accende la passione di scrivere canzoni, quando nelle lunghe giornate d’estate, dopo il lavoro, si trovano all’ombra di un gelso o di una quercia. Sono versi dettati dalla rinnovata gioia di vivere, dall’amore semplice e pregno di spontaneità che sorge sotto i capanneti mentre si procede alla raccolta e alla lavorazione dell’uva. Così il 1° ottobre 1946 è nata la prima manifestazione canora del nostro paese, ripetuta in futuro nel 1948 e poi dopo una lunga pausa durata trentaquattro anni riprende nel 1982,1989,2000 ed ancora oggi va avanti. Nonostante siano passati molti anni questa passione è ancora viva in molti, per cui un qualsiasi motivo di vita diventa canzone.

Il coro nelle città di Calgary ed Edmontonc in occasione del viaggio in Canada nel 2007
Il coro nelle città di Calgary ed Edmontonc in occasione del viaggio in Canada nel 2007

Arrivano gli anni novanta alla ricerca di novità. Un gruppo di amici, con tanta voglia di fare, nel 1996 danno vita allAssociazione Culturale San Leonardo.imprimendo in quattro anni una svolta sociale e culturale per il paese. Naturalmente insieme a tanti altri eventi culturali non poteva mancare il recupero dell’antica Festa della Canzone. É così che nel 2000 si decide di organizzare la 5° edizione della manifestazione canora, in questo contesto che viene istituito il Coro Folkloristico di San Leonardo curato dalla stessa associazione culturale. Esso è suddiviso in quattro voci (bassi, tenori, contralti e soprani), si esibisce con canti e balli della tradizione abruzzese (saltarella, quadriglia comandata e tante altre antiche danze non più in voga) arricchendo il proprio programma rendendolo più simpatico e vivace. Attualmente il coro è diretto dalla maestra Maria Elsa Marzetti ed è accompagnato dai musicisti: Fabrizio Papponetti (fisarmonica) e Tiziano Marzetti (chitarra classica).

I nostri ospiti

Corale “Filippo De Monte”, San Leonardo di Stagno – Livorno Per volontà del M° Mauro Ermito e grazie all’affettuoso e sentito appoggio di Padre Mario Monti e di uno sparuto numero di giovani desiderosi di fare musica nel 1987 (in seno alla parrocchia di San Giovanni Battista in Livorno) nasce un piccolo coro polifonico indirizzato principalmente verso sporadiche apparizioni in ambito ecclesiastico. In breve tempo all’interno del coro stesso si avverte la voglia di creare qualcosa di più ambizioso; per questo motivo il M° Ermito chiama come collaboratrice il Soprano M° Patrizia Amoretti, affidandole la preparazione tecnica del gruppo vocale. E’così che nel 1988 si costituisce il coro di “San Giovanni” debuttando nel maggio stesso, con solo 8 elementi, alla rassegna polifonica tenuta ogni anno, nella città di Livorno. Il buon risultato incoraggia il giovane coro alla preparazione accurata di un repertorio sacro e madrigalistico, da presentare a manifestazioni di una certa rilevanza. Queste occasioni si presentano con la rassegna regionale di canto Sacro polifonico di Ponte Buggianese e con il concerto madrigalistico e barocco, nella splendida cornice del castello di Fosdinovo. Il buon risultato porta al coro i complimenti sentiti e l’incoraggiamento a continuare su quella linea da parte di personaggi illustri della composizione e della direzione Corale, tra cui il M° Marco Bargagna. Da qui la scelta di creare un’Associazione musicale poliedrica con lo scopo di diffondere la passione della musica e dare la possibilità a chiunque di studiare l’arte del bel canto. Nel 1993 nasce così l’Associazione corale e strumentale Filippo De Monte, legalmente riconosciuta, di cui fanno parte il gruppo corale, (all’epoca) di circa venti elementi, e l’orchestra stabile di circa 30 elementi, formata da giovani strumentisti diplomati e diplomanti. La scelta del nome è un omaggio al compositore fiammingo Filippo da Monte (Malines 1521 -Praga 1603) esponente di spicco della scuola madrigalistico italiana. La nuova Associazione si ritaglia immediatamente un posto di rilievo nell’ambito cittadino e regionale a seguito della sua prima uscita ufficiale con la partecipazione alla Rassegna Polifonica Nazionale di Firenze nella cornice del Battistero, con l’esecuzione del capo lavoro mozartiano “Benedictus sit deus”, piccola composizione sacra per coro e solista, questa ultima ripresentata in seguito, nella versione completa con orchestra, a Ponte Bug-gianese. Nello stesso periodo la particolare impronta vocale raggiunta dalla corale invoglia don Luigi Betti^ valente compositore livornese e direttore della corale di Sant’Agostino, a richiedere una collaborazione tecnica da parte del M° Ermito (in seguito anche qui affi ancata, .dal soprano M° Amoretti) per permettere alla propria corale parrocchiale, di crescere tecnicamente e musicalmente. Anche in questo caso l’impegno assiduo e volenteroso dei coristi permette al gruppo di crescere velocemente e di raggiungere risultati semi-professionali; questa nuova identità della corale”Sant’Agostino”spinge il direttore don Betti ad un amichevole scambio di testimone, eleggendo il M° Ermito come nuovo direttore dell’organico. Nasce così una collaborazione profìcua con l’Associazione De Monte, inizialmente mantenendo identità distinte ed in seguito sancendo una fusione caldamente voluta da entrambe le identità musicali. Dal 2003 la corale ha sede presso la chiesa San Leonardo di Stagno Livorno unendo la corale di S.Agostino a quella di Stagno. Coro San Leonardo, Udine Nato già intorno al 1870 come coro parrocchiale II “CORO SAN LEONARDO” si è ufficialmente costituito nella primavera del 1972 iniziando, accanto al servizio liturgico, anche un’attività esterna sostenendo concerti in loco e nella provincia di Udine sotto la guida iniziale del parroco don Adolfo Dorbolò e poi, dal 1974 ad oggi con i Maestri Augusto Osgnach, Renato Duriavig, Irene Chiuch, Piergiorgio Caschetto, Diego Kriscak e attualmente dal M.o Stefano Blancuzzi. Dal 1977 organizza nel paese la Rassegna “TUTTICORI” invitando complessi italiani e stranieri e promuovendo con questi ultimi interessanti e proficui scambi artistici e umani. Il coro ha ormai al suo attivo centinaia di esibizioni non solo nelle regioni italiane, ma anche e soprattutto all’estero (Austria, Germania, Svizzera, Grecia Polonia, Ungheria e Slovenia) nelle quali propone spesso l’ascolto di elaborazioni di canti popolari delle Valli del Natisone, dei quali va legittimamente orgoglioso e di

Esibizione del Coro San Leonardo di Procida
Esibizione del Coro San Leonardo di Procida
Esibizione del Coro San Leonardo di Udine
Esibizione del Coro San Leonardo di Udine

cui, un paio di anni fa ha dato alle stampe un opuscolo che contiene 13 brani di genere diverso armonizzati da Antonio Qualizza. Nel 1998, in occasione del 25°anno di costituzione, il coro ha registrato una musicassetta contenente brani tipici delle nostre amate Valli del Natisone insieme a tutti quei canti che ne hanno caratterizzato la storia in questi anni. Coro Polifonico San Leonardo, Isola di Procida Il Coro Polifonico San Leonardo nasce nel 1989, ad opera di un piccolo gruppo di appassionati, per rispondere all’esigenza di diffondere il messaggio musicale. Il gruppo, costituito adesso da circa trenta elementi, rappresenta una delle iniziative più entusiasmanti dell’isola di Procida. Sin dall’inizio del suo lavoro, il Coro si distingue per l’ambizioso progetto di recupero e riscoperta di brani antichi; riandando alle prime esecuzioni, fanno spicco antiche nenie dell’800 riportate alla luce grazie ad una perseverante opera di ricerca. Il Coro Polifonico San Leonardo partecipa stabilmente alle manifestazioni di rilievo dell’Isola di Procida e nel resto della regione (Premio Letterario “Elsa Morante”, Procida; Maggio dei Monumenti, Napoli; Festival Internazionale Villa Campolieto, Ercolano). Nel 2001 ha vinto il Primo Premio Assoluto del Concorso Corale Nazionale A.C.L.I. svoltosi a S.M. Capua Vetere; sempre nel 2001 è uscito un suo cd, dal titolo Fenesta che lucive e pubblicato dalla PoloSud, che raccoglie tredici brani del repertorio classico napoletano. Dal 2003 il Coro col-labora con l’organizzazione del Procidafestival, e dal 2008 con l’associazione Oltre il chiostro, eseguendo diversi concerti nella chiesa di S. Maria la Nova di Napoli, e che quest’anno ha voluto la partecipazione del Coro alla XV edizione del “CONCERTO DELL’EPIFANIA”svoltosi lunedì 4 gennaio 2010 presso l’Auditorium Scarlatti del Centro Produzione RAI di Napoli e trasmesso mercoledì 6 gennaio su Rai Uno. Dal 1998 il direttore del coro è il Maestro Aldo de Vero. Per questa manifestazione, a causa dell’assenza del direttore, il coro sarà diretto dalla propria Maestra di canto, Pompilia Balzano.

Parrocchia San Leonardo Abate

Il villaggio di San Leonardo è presente in tutti i documenti archivistici del 1600. Sorse con poche casupole attorno al palazzo del duca Valignani e prese il nome dalla cappella ducale dedicata a S. Leonardo abate. Il sito era quello che attualmente si trova a fianco dell’ufficio postale. Il primo matrimonio registrato nella parrocchia di Caldari è del febbraio 1618, tra Pietro di Margarita e Bellardina di Domenico Gammaraccio, alias de Cattinaro, entrambi di S. Leonardo. Il primo battezzato del 13 dicembre 1620 è Francesco Ragusa, abitante a S. Leonardo con i genitori. La cappella dedicata a S. Leonardo fu ampliata nel 1750 per la cresciuta popolazione e munita di campanile nel 1859. Neli’Onciario del 1751 risultano residenti a S. Leonardo 17 famiglie. Nei primi mesi del 1935, una delegazione di capifamiglia di S. Leonardo chiese all’arcivescovo di staccarsi dalla parrocchia di S. Maria di Costantinopoli in Ortona e di costituirsi in parrocchia autonoma, impegnandosi al relativo mantenimento economico. Monsignor Nicola Piccirilli, arcivescovo di Lanciano e amministratore perpetuo della “Chiesa episcopale ortonese’.’ll 23 novembre dello stesso anno,emise il decreto di erezione della parrocchia di S. Leonardo abate. I confini vennero ricondotti al fiume Moro a sud est, a S. Donato a nord-est a nord alla provinciale S. Leonardo – Ortona, a sud al fosso del Mulino e al fiume Moro, come documenta una cartina topografica, conservata nell’Archivio parrocchiale. Durante la seconda guerra mondiale, il territorio di San Leonardo fu consi derato dalle truppe alleate un trampolino di lancio per la conquista di Ortona. Il 9 dicembre del 1943 alle ore 10 i mezzi corazzati canadesi si scontrarono per una intera giornata con i tedeschi. Il risultato: 26 prigionieri tedeschi, 170 tra morti e feriti, i carri tedeschi da 51 rimasero in 24. Il diario del quartiere generale di divisione canadese annotò:”questa giornata sarà ricordata dalla prima divisione canadese come la nostra prima vera battaglia con i tedeschi a livello divisionale.” (Tratto da “Le Ville di Ortona nella storia” di E. Polidoro, Sigraf 2012) Domenico Cupido, dopo due anni di prigionia in Germania, raccontò la sua storia di prigioniero e ai lavori forzati in Germania con altri 1500 commilitoni, della visione dei lager con l’arrivo degli alleati, del ritorno avventuroso in Italia La sofferenza del popolo Ortonese nel secomdo conflitto mondiale “ Sifraf Pescara , 2013. Parrocchia di SanLeonardo Abate di Ortona.

Vita di San Leonardo Abate

San Leonardo abate, secondo alcuni storici, nacque nel Natale del 496, dopo la battaglia di Tolbiacco e la conversione dei Franchi al cristianesimo. Nel vecchio breviario romano si leggeva che Leonardo fu battezzato dall’arcivescovo Remigio e tenuto al fonte battesimale dallo stesso re Clodoveo, cugino del padre. A Soisson di Reims, antica città della Francia, situata alla destra del Vesle, sede di diversi concili, dal 514 al 1583, e di una cattedrale gotica del XIII secolo andata distrutta,trascorse la sua prima infanzia. Leonardo ricevette la prima formazione religiosa e spirituale dal monaco Massimino, superiore del monastero di Micy, poi divenne eremita, dette prova di santità, dedicandosi ai carcerati e fondando una comunità di monaci. Dopo aver rifiutato l’infula prelatizia, si diresse verso l’Aquitania, passando per Bou-rges. Raggiunse la selva di Pauvain, distante 10 miglia da Limoges, dove la regina partoriente, nella casa regale di caccia, rischiava di morire. Leonardo la salvò e da allora fu invocato oltre che come patrono dei carcerati anche delle partorienti. Per i suoi interventi prodigiosi, ricevette in dono la stessa boscaglia di Pauvain, dove edificò una chiesa in onore della Vergine. Poiché il luogo era distante dal fiume Vigenna,affluente della Loira,di circa 10 miglia, Leonardo provvide miracolosamente di acqua i suoi monaci,facendola sgorgare aN’improvviso. La città che sorse presso il fiume Vigenna si chiamò Noblac dal nome della selva, perciò san Leonardo si chiama di Noblac. Morì a Noblac, assistito dai suoi figli spirituali: monaci, sacerdoti e laici il 6 novembre 569. Una parte delle sue reliquie sono ad Offida, antica terra dipendente dalla badia benedettina di Farfa, che aveva diffuso in Italia il culto a san Leonardo fin dall’ottavo secolo. Oggi una reliquia, proveniente da Offida e affidata al parroco, è venerata nella chiesa di S. Leonardo. (Tratto da Le Ville di Ortona nella storia di E. Polidoro, Sigraf 2012) © Parrocchia S. Leonardo abate di Ortona

"Andate anche voi nella mia vigna. Vi darò quello che è giusto." Matteo 20,3-4
“Andate anche voi nella mia vigna. Vi darò quello che è giusto” Matteo 20,3-4